Scopo della congrega

L'associazione neo pagana "il Tiaso di Ebe" è un progetto che nasce a Nuoro con l'intento di riunire donne e uomini pagani, al di là della tradizione seguita, che desiderano conoscersi, confrontarsi e arricchirsi delle esperienze individuali che ogni componente porta nel cerchio. L'associazione fornisce anche laboratori mensili frequentabili da chiunque sia interessata/o ad intraprendere un percorso iniziatico pagano ma non sa come fare o non vuole farlo in solitaria.

lunedì 18 giugno 2012

Iniziazione alla Wicca


    • 9 luglio alle ore 17.00 fino a 7 settembre alle ore 15.00

  • L'associazione neo-pagana il Tiaso di Ebe, inaugura il primo ciclo d'incontri dedicati alla Wicca e alla stregoneria, estivi (e rigorosamente notturni).

    Seminario intensivo teorico-pratico la via della Wicca

    (9-13 Luglio, oppure 30 luglio - 3 agosto, oppure 20-24 agosto 2012 in Sardegna)
    La Wicca è una religione fondata sull'amore e sulla gioia data dall'empatia con la natura, la sintonizzazione con il suo aspetto ciclico (stagionale e lunare) e la presa di coscienza delle energie che la gestiscono-regolano, individuabili con 2 forze polari, una maschile e una femminile: il Dio e la Dea. Le sue radici spirituali negli antichi culti pagani, l'accettazione della Magia, come movimento armonico di energie per creare un cambiamento, fanno di questo culto, una pratica spirituale interessante e completa per lavorare su di sè e scoprire la propria deità interiore.
    Il corso è basato sulla TEORIA messa in PRATICA in modo che i partecipanti riescano ad impadronirsi di tecniche che potranno essere applicate in modo semplice e sicuro.

    I principali argomenti teorici che condivideremo sono :
    Storia del paganesimo dalle origini ad oggi - cenni storici sulla Wicca
    principi etici - L'Altare e gli attrezzi rituali - La purificazione e la consacrazione dello spazio sacro - Il Cerchio Magico
    Le Dee - Gli Dei - Gli Elementi - il concetto d'incantesimo
    La Divinazione - il concetto di rituale - i giorni della settimana e le ore planetarie - Esbat e Sabba

    A livello pratico:
    La Meditazione - La Visualizzazione - Grounding e Centering
    Rituale diurno della seconda nascita presso i luoghi sacri delle tombe dei giganti. (10, 31 luglio o 21 agosto)
    Costruzione degli strumenti rituali- costruzione del cerchio
    Pratica di divinazione con le rune e i tarocchi
    Uso delle piante, delle pietre e delle candele per gli incanti.
    Rituale notturno di luna Calante (notte tra il 11-12 Luglio)
    Rituale notturno lughnasadh (festa del raccolto, la notte dell'1 sul 2 agosto)
    Rituale notturno di luna Calante (notte tra il 22-23 agosto)
    Rito di consacrazione alla coven, il Tiaso di Ebe, come apprendista, per chi ne facesse richiesta motivata e sentita. (all'alba del 13 luglio, 3 agosto, 24 agosto, al mare)

    Il percorso si terrà in mezzo alla natura sarda. Ceneremo insieme per 3 sere, durante lo svolgimento del seminario.
    Le lezioni si svolgeranno i seguenti orari:
    Lun 17.00-00.00
    mart 9.00-15.00
    merc 18.00-01.00
    giov 17.00-00.00
    ven 9.00-15.00
    Per info sul programma e prezzi scrivetemi all'indirizzo mail elisapanzani@yahoo.it

mercoledì 4 aprile 2012

Perchè essere pagani

Alfonso Piscitelli
PERCHE' NON POSSIAMO NON DIRCI PAGANI

Noi europei non abbiamo alcun bisogno di tornare al paganesimo: non lo abbiamo mai abbandonato nel profondo dell'anima. La struttura psichica dei "gentili" è naturalmente pagana, sarebbe una grave perversione se cessasse di essere tale. Il cristianesimo diffondendosi nelle quattro aree dell'Europa antica (la greca, la romana, la celtica, la germanica) ha annacquato la sua originaria radice monoteistica. Il cattolicesimo mediterraneo era nella realtà un politeismo lunare incentrato sul culto di tre grandi Dei distinti: Dio Padre (Deus Pater= Zeus), Dio Figlio (generalmente descritto con tratti dionisiaci) e una grande Dea Madre (la Madonna = la Signora). Il cristianesimo europeo ha trasgredito il divieto ebraico di venerare le immagini (un divieto ancora oggi rigorosamente osservato dagli islamici). Da questa trasgressione nasce la grande arte cristiana. A partire dal romanticismo, i poeti germanici hanno cancellato la maledizione biblica che gravava sulla Natura. La psicologia contemporanea ha riscoperto gli Dei sotto forma di archetipi psicologici. L'attitudine moderna allo sport, il diffondersi di palestre hanno recuperato sia pur in forma materializzata l'aspirazione classica al corpo sano.

Sbagliano pertanto coloro che vogliono incatenare l'anima dell'Europa ad un destino abramitico. La nostra anima nel profondo non ha mai smesso di dirsi pagana; basta solo ascoltarla con attenzione per capirlo. Il "nuovo paganesimo" non è affatto un concetto stravagante o qualcosa di intellettuale costruito a tavolino; è semplicemente un atto di auto-consapevolezza: una presa di coscienza della nostra natura e di ciò che è estraneo (e dannoso) ad essa. 

E' vero che il cristianesimo è stato grecizzato nella sua teologia, romanizzato nella sua struttura gerarchica, celtizzato nelle sue sfumature esoteriche (il Graal), germanizzato nelle sue attitudini crociate e cavalleresche; ma è anche vero che sotto tutti questi vestimenti europei il cristianesimo rimane una forma messianica di giudaismo.
Non v'è cosa più illogica di un "antisemita cattolico".

Perché il cattolicesimo, più in generale il cristianesimo, è il giudaismo messianico divulgato ai popoli. Cosa leggono i cristiani come libro sacro? La Bibbia, ovvero la Torah più altri scritti giudaici. Nella Bibbia la collettività dei cristiani è orgogliosamente definita come "l'Israele di Dio". La Bibbia si conclude con una esecrazione di Roma "la Grande Meretrice" e con la profezia dell'avvento del paradiso: la "Gerusalemme celeste"! Quanti patologici antisemiti vedono la mano ebraica su ogni male del mondo e poi con assoluta indifferenza professano il cristianesimo, ovvero la versione messianica del giudaismo?Guardate sulla testa dei vescovi ai quali i cristiani baciano le mani: cosa portano? Che cos'è quel curioso dischetto? Ovvio, è la kippah ebraica: con ciò i successori degli apostoli si qualificano come rabbini. E del resto tutti i fedeli ogni Domenica ripetono in coro Alleluia(hve), esclamazione ebraica che suona: sia glorificato Jahve. Arriviamo così al nodo di quella fissazione patologica che è l'antisemitismo (ovvero la credenza maniacale che dietro ogni male del mondo vi siano gli ebrei): l'antisemitismo è espressione della lacerazione dell'anima europea, che da una parte accetta il cristianesimo e lo stravolge secondo le proprie tendenze, dall'altra parte avverte che in fondo al cristianesimo vi è qualcosa di irriducibile e di inassimilabile: la radice semita. 

Vi sono cose che non si possono imporre. Tu non puoi imporre al rabbino capo di venerare la Dea Afrodite, non puoi cambiare nome a Gerusalemme (come fecero i Flavi che la trasformarono in Helia Capitolina!). Allo stesso modo non si può pretendere che un Europeo d.o.c. si semitizzi. Per porre fine alla triste lacerazione dell'anima europea e per combattere la patologia dell'antisemitismo noi proponiamo uno schietto "non semitismo": vale a dire il riconoscimento del fatto che allo spirito europeo non si addice una religione di origine giudaico-messianica esattamente come non si addice al rabbino capo di Gerusalemme ricercare le radici della propria fede in Omero, nel concetto romano del Pantheon, nel Libro Egizio dei Morti.

La verità è che il cristianesimo dei nostri tempi da un lato sta riscoprendo la sua autentica radice ebraica e si sta liberando di ogni sovrastruttura greco-romana, dall'altro sta spostando il suo baricentro fuori dall'Europa. In Europa non si fanno più preti. E senza preti chiaramente una religione non può sopravvivere. Non a caso le Chiese stanno patrocinando il progetto di spostare in Europa milioni e milioni di africani, amerindi, asiatici. Per avere un prete in più in seminario, ma anche per modificare lo psichismo della civiltà europea con l'afflusso di popoli più docili alle carezze dei monsignori. Di fronte a questo movimento di popoli è naturale, per un ovvio principio di azione e reazione, che si ingeneri un movimento di ripaganizzazione dei popoli europei. Ciò che era inconscio deve ritornare ad essere cosciente. Nelle buone famiglie europee per duemila anni si sono educati i bambini con una saggia miscela di stoicismo e di epicureismo. Lo stoicismo: la convinzione che bisogna affrontare con virilità, con dignità i momenti difficili che ogni vita inevitabilmente comporta. L'epicureismo: la convinzione che anche la vita più seria debba essere condita e addolcita da una giusta dose di piacere. I riti pagani si sono interrotti in Europa, ma lo spirito pagano sotto molti aspetti è continuato. Ininterrottamente.

Giacché essere Pagano oggi è, a mio avviso, voler superare sia il dualismo delle religioni monoteiste rivelate - che chiamerò per comodità religioni abramiche (Giudaismo, Cristianesimo Islam) - sia il nichilismo, tipico di una modernità singolarmente distruttiva. Non intendo in nessun modo rappresentare la totalità della corrente neo-pagana contemporanea. Del resto, sono profondamente convinto che esistano tanti approcci al paganesimo quanti sono i Pagani. E questo non è forse nella natura delle cose, dal momento che il tratto caratteristico dei differenti Paganesimi, vecchi o nuovi, europei o no, consiste precisamente in quest'esaltazione dell'infinita pluralità del reale?Ma vediamo che cos'è in realtà quello che viene chiamato Paganesimo.Il termine si può prestare a confusioni e malintesi, tanto più che esso è stato forgiato dai suoi avversari. Sono infatti i Cristiani che, nel corso del III e del IV secolo, hanno fatto della parola latina paganus (contadino) una sorta d'insulto.I Pagani erano allora presentati come degli zoticoni, degli antiquati che rifiutavano - sfrontati! - di convertirsi alla vera fede, quella del Cristo. Il Paganesimo che io difendo è agli antipodi della discutibile esaltazione di chissà quale barbarie o quale culto della forza bruta. Se i Pagani hanno sempre reso omaggi alle forze presenti nell'universo, non si tratta per noi Politeisti, né di un culto della violenza e tantomeno d'idolatria.Quanto alla presunta rozzezza dei Pagani, mi limiterò a ricordare che da millenni questi ultimi hanno sviluppato metafisiche estremamente raffinate (si pensi ai Presocratici greci alle Upanishad dell'India, alle scuole platoniche, pitagoriche o ermetiche...) e mitologie sontuose. Se dovessi definire rapidamente il Paganesimo in quanto coerente visione del mondo, direi che esso è fedeltà alla stirpe - considerata nel quadro di una memoria millenari che ci unisce ai nostri antenati lontani, radicamento in un territorio (termine da prendere lato senso) e apertura all'infinito. Potrei ugualmente parlare di partecipazione attiva al mondo, d'equilibrio ricercato fra microcosmo e macro cosmo.È religione naturale, la religione della natura e dei suoi cicli, la più antica del mondo perché "nata" - ammesso e non concesso che il mondo sia mai nato - con lui.

Quello che più spesso si rimprovera ai Pagani, antichi e moderni, è il passatismo. Questo rimprovero - di non essere "nel senso della storia” - è del tutto insensato, dal momento che il Paganesimo non ha una visione lineare del tempo, un tempo visto come avanzata costante verso il Progresso (la Parusìa) a partire da un momento ben definito. Questa concezione segmentata e lineare del tempo c'è estranea.Noi Pagani concepiamo il tempo come ciclico, proprio come i cicli cosmici (quello solare, per esempio, con equinozi e solstizi). In realtà il Paganesimo è una religione dell'anno, e dunque della verità. Il tempo dei Pagani è quello dell'Eterno Ritorno, simile alla grande Ruota che gira e gira senza posa.Noi non crediamo né alla creazione né alla fine del mondo. Per noi, non ci sarà apocalisse, bensì innumerevoli fini di cicli, eternamente ricominciati. Una successione senza inizio né fine di nascite, crescite e declini, di crepuscoli seguiti da rinnovamenti, di cataclismi seguiti da rinascite, in seno a un Ordine (in greco: kosmos) intemporale, in cui uomini e Dei, mortali e Immortali, hanno il loro posto e la loro funzione.Il mito del Progresso non ci appartiene. Noi non crediamo al senso della storia, alla "fine" del Paganesimo, alla "morte" degli Dèi. Di conseguenza, il rimprovero di adorare divinità morte ci lascia indifferenti.I nostri Dei, le nostre Dee non sono morti, per la semplice ragione che non sono mai nati. Il Paganesimo non è mai potuto morire: perché, a immagine e somiglianza delle innumerevoli divinità che popolano i suoi innumerevoli pantheon, esso non è mai nato. Se le sue forme antiche (liturgie, templi...) hanno ceduto il passo ad altre che pure vi si sono largamente ispirate, tuttavia restano gli archetipi, che sono essi stessi eterni. Per meglio comprendere questa visione pagana del mondo, è indispensabile superare i blocchi mentali che il cristianesimo, che fa da schermo fra gli Dei greci e noi,ci ha imposto in maniera insidiosa un certo modo di pensare la religione. Dapprima inoculandoci il virus dell'interiorità: in base al quale la religione è inseparabile da una relazione personale col Dio, che l'unico contatto possibile con la divinità deve avvenire attraverso un soggetto individuale - un Io che apprenderebbe il sacro grazie a una sorta di protesi dell'anima, l'anima inquieta e pavida delle civiltà malate. Altro male, non meno virulento: che il sentimento religioso nascerebbe da un bisogno di salvezza che va di pari passo con la trascendenza: che la finalità degli Dèi consiste nel liberare gli uomini da questo mondo, nel farli salire accanto a sé, nello strapparli a una natura dalla quale sono essi stessi totalmente disgiunti. Con la sua angoscia di salvezza, le sue gioie segrete di anima peccatrice, il cristianesimo è soprattutto un ostacolo epistemologico: una malattia, uno stato di languore al quale bisogna strapparsi e dal quale bisogna guarire.

Il Paganesimo è soprattutto una conversione dello sguardo, quello che si rivolge su di un universo del quale noi siamo, insieme alle Dee e agli Dèi, una parte integrante. Per meglio assimilare questa visione pagana, questo sguardo pagano, dobbiamo liberarci dal modello del "credente" delle religioni abramiche. Questo termine è realmente privo di senso per un Pagano: egli non crede, aderisce. Allo stesso modo, egli non si converte ad un'altra religione, che sarebbe l'unica vera (e che negherebbe ipso facto tutte le altre perché false, barbare o rozze). Semplicemente, il Pagano ridiviene quello che è sempre stato, perché l'anima è naturalmente pagana. Anima naturaliter pagana.Liberarsi, dicevo, dal modello del credente. Uno che crede di potersi assicurare la salvezza individuale ed eterna quaggiù e nell'aldilà, in seno ad una Chiesa che, di fronte agli "infedeli" e ad altri eretici, deterrebbe essa sola il monopolio del Vero e del Bene, e che sarebbe l'unica abilitata a conferire al credente i sacramenti che fanno di lui un "fedele" in opposizione agli infedeli", gli altri.La nostra visione non è dualista, e noi respingiamo come prive di senso le opposizioni artificiali fra Dio creatore e creature, cielo e terra, anima e corpo, credenti e non credenti, ortodossi ed eretici etc. Il Paganesimo è olistico, non dualista, e il nostro cammino è soprattutto ricerca di legami più che di rotture. Ancora una volta, noi non neghiamo l'esistenza, nel Paganesimo antico, di correnti dualiste, alle quali però non facciamo riferimento.Gli Dei e le Dee del Paganesimo non sono né unici né onniscienti. Essi non hanno creato questo mondo, ma sono nati in esso e attraverso esso. A mano a mano che l'universo, ciclo dopo ciclo, si organizzava a partire da entità primordiali (Urano e Gaia, per esempio), essi sono scaturiti per generazioni successive. I nostri Dei non sono persone, con le quali stabilire relazioni personali, ma Potenze. Essi incarnano la pienezza dei valori positivi: bellezza, splendore, forza, giovinezza...Nel Paganesimo, esiste una comunità d'uomini e Dei, di mortali e Immortali.Gli Dèi non sono dunque creatori del mondo ex nihilo: come creare qualcosa a partire dal nulla? Essi sono emanazioni del mondo, nel quale si manifestano. Questo concetto di manifestazione è fondamentale nella nostra religione naturale, e si oppone a quello di rivelazione, che per definizione è soprannaturale. Allo stesso modo, noi ignoriamo dogmi e profeti, papi e curati, ortodossi ed eretici, sette e guru.Il Pagano è nel mondo, che si sforza, in tutta umiltà, di decifrare per meglio cogliere le innumerevoli manifestazioni del divino. Il Paganesimo non lascia mai che l'uomo si ripieghi su se stesso, sotto il peso del peccato originale. Al contrario, essere pagano consiste precisamente nell'aprirsi all'esperienza del mondo. Vorrei soffermarmi per un momento sull'importanza dello sguardo, che i Greci chiamavano theorìa, osservazione delle manifestazioni del divino. Essa ci riporta all'antica concezione dell'èn tò pàn, che si ritrova sia presso i Presocratici che nelle Upanishad: la dottrina non dualista dell'unità. In questa visione, il mondo non è visto come intimamente malvagio ("Il quaggiù", termine quasi peggiorativo in francese), incline al peccato, valle di lacrime da attraversare in tutta fretta prima di potere accedere ad un qualche ipotetico "retromondo". Non bisogna fuggire il mondo, ma affrontarlo, senza Illusioni né speranze di salvezza.C'è dunque una reale accettazione del mondo, con tutte le sue infinite imperfezioni, ma considerato pur sempre come manifestazione del genio divino. La sua contemplazione attiva non può che rafforzare il nostro sentimento d'identità col grande Tutto. Queste concezioni intimamente pagane sono sopravvissute in seno alla cristianità europea.

Il Paganesimo ignora dogmi e catechismi. Nessun libro sacro ci prescrive in modo autoritario quello che dovremmo "credere". La nostra libertà di pensiero resta intatta. Soltanto, il nostro compito consiste nell'onorare Dei e Dee per mezzo di riti, giacché il Paganesimo è una religione d'opere più che di fede. Si tratta, è vero, di una religione vissuta nei gesti: il saluto al Sole e alla Luna, i solstizi e gli equinozi, l'offerta di un grano d'incenso o di qualche fiore...Si pensi con attenzione quanto ci sia di degenerativo nelle accezioni moderne di: "fato", "fatale" e "fatalismo". Anteponiamo quindi l'antica concezione di tali parole: il "fato" è la «legge dello sviluppo del mondo», una legge «piena di senso e come procedente da una volontà intelligente, soprattutto da quella delle potenze olimpiche» (e non cieca, irrazionale e automatica come nel senso moderno). Il fatum romano rimanda alla concezione del mondo come cosmos e ordine, e a quella della storia come sviluppo di cause ed eventi, i quali riflettono significati superiori. Proprio a tutto ciò si rivolgeva il significato di fatum. L'espressione deriva dal verbo fari (da cui discende anche fas, il diritto come legge divina), ed allude pertanto alla «parola». La parola «rivelata», quella della divinità olimpica che fa conoscere la giusta norma - fas - e allo stesso tempo annuncia ciò che sta per avvenire. L'idea di fatum non annullava per questo la libertà umana: il pagano si cura pertanto di formare la sua azione e la sua vita in modo che esse continuassero l'ordine generale, ne fossero in un certo senso il prolungamento ed uno sviluppo ulteriore. Egli pertanto cercava, e cerca di presentire la direzione delle forze divine nella storia, così da potervi connettere in modo opportuno l'azione, da armonizzarla con essa, rendendola massimamente efficace e carica di significato. Ciò consegna alla magia del rito un'importanza molto rilevante: le peggiori sciagure per il pagano nascono dall'aver trascurato gli auspici, dall'aver agito disordinatamente e arbitrariamente, rompendo i contatti con il mondo superiore, il mondo dell'invisibile.Gli Dèi sono Potenze, mai particolari in sé - si tratta sempre dell'Essere del mondo tutto intero, nella manifestazione che gli è propria. Gli Dei non sono onnipotenti, per quanto siano simboli di pienezza. Essi non possono tutto, perché la loro potenza è limitata dal Destino - Virgilio lo chiamava "inexorabile Fatum". Esiste dunque un limite impossibile da superare. Presso i Greci sono le Moire, presso i Romani le Parche, presso gli Scandinavi, le Nome - che filano il destino proprio a ciascuno. Queste potenze impersonali e inflessibili sono l'Ordine inviolabile del mondo.Il senso del Tragico consiste appunto nell'accettazione del Destino: amor Fati. Esso è, del pari, coscienza acuta dei propri limiti e lucido rifiuto di ogni consolazione, considerata cosa indegna di un uomo libero. Il Paganesimo è una religione non del peccato, ma dell'errore. L'errore supremo è quello che i Greci, nostri maestri, chiamavano hybris: la mancanza di moderazione, dettata dall'orgoglio, che spinge l'uomo accecato a scagliarsi contro l'ordine cosmico. Il più terribile esempio di hybris contemporanea è dato dai totalitarismi moderni, i quali, a furia di voler "cambiare l'uomo" in realtà lo avviliscono.Il Paganesimo non postula alcun riscatto. Si tratta, è vero, di una religiosità di questo mondo, una religiosità dell'immanenza: il mondo è sacralizzato. Il Paganesimo non è una religione del terrore, del disprezzo di sé, bensì della piena salute, fisica e psichica.
Il Paganesimo non è una religione di salvezza (anche se certi culti misterici che assicurano la salvezza agli adepti vi trovano un posto): si tratta invece di una religione terrena, mirante ad assicurare la pienezza ottimale in questo mondo, hic et nunc. Vi si cercherà invano la minima ossessione dell'aldilà. La morte non vi è considerata come elemento centrale. La morte è una tappa nel processo eterno di trasmissione: "la Ruota gira" e la danza degli elementi continua, senza inizio né fine. Alla domanda angosciosa "che c'è dopo la morte?", noi aggiungeremo l'altra - "e prima della nascita?". Per noi, i cicli sono cominciati ben prima della nostra nascita e continueranno ancora per molto dopo la nostra scomparsa.


martedì 3 aprile 2012

Il matrimonio pagano


L'handfasting (letteralmente "Legare le mani") era una forma di matrimonio di prova in Irlanda e in Scozia durante il primo periodo cristiano.
Era spesso compiuto in aree rurali quando un prete non era disponibile, la coppia dunque sarebbe stata legata da un matrimonio di prova, e solo successivamente si sarebbero uniti in una Chiesa rendendo ufficiale la loro unione
Come nella maggior parte dei rituali neopagani, non vi è una forma rituale universalmente riconosciuta e gli elementi inclusi nella cerimonia dipendono dalle credenze e dalla volontà della coppia. In casi in cui la coppia appartenga ad un particolare ramo della wicca o ad una particolate tradizione culturale, può esservi una specifica forma del rituale.Nei gruppi Neopagani moderni, la cerimonia è stata reinterpretata diventando l’abituale rito d’unione, sia di prova che permanente.
Attualmente l’handfasting viene praticato dalla maggior parte dei neopagani. L’unione può durare per "un anno ed un giorno", per tutta la vita o "per tutta l’eternità", estendendosi, secondo tali, anche dopo la vita, infatti esso spesso rappresenta l’unione dell’anima, piuttosto che quella fisica, e dunque nel successivo ciclo di reincarnazione i due, dovrebbero incontrarsi nuovamente e ricongiungersi. L’handfasting è comunque un rito non riconosciuto legalmente nella maggior parte degli stati, come per esempio in Italia, ma se l’officiante è anche un'autorità giuridica l’unione può essere riconosciuta dallo stato. Gli sposi inoltre spesso, dopo aver celebrato il rito religioso, decidono di legalizzarlo sposandosi giuridicamente. L’Handfasting, essendo un rito neopagano, contempla la possibilità dell’unione di due persone dello stesso sesso. Il paganesimo si caratterizza infatti per una totale apertura verso l’amore omosessuale, ritenuto pari a quello eterosessuale. Il riconoscimento resta non legale nella maggior parte degli stati, allo stesso modo in cui non lo è quello eterosessuale.
Le congreghe possono optare per l’utilizzo di cerimonie storicamente attendibili dell’handfasting mentre altri utilizzano solamente l’idea base di handfasting creando una cerimonia nuova e del tutto personale.
Il legamento delle mani può essere celebrato dall’officiante della cerimonia (sacerdote, sacerdotessa o entrambi), dagli ospiti di nozze, o dagli sposi stessi.
L’Handfasting celebrato dagli stessi sposi si conclude generalmente con il Grande Rito, ossia l’unione fisica, e spirituale, dei due sposi. Naturalmente, quest’ultimo si celebra autonomamente e privatamente. Il momento indicato per la celebrazione dell’Handfasting comprende il periodo della festa di Beltane per i wiccan e i neopagani di derivazione druidico-celtica, questo perché a Maggio si celebra l'unione del dio e della dea ed è una benedizione sposarsi nello stesso periodo, ma ciò non costituisce una limitazione allo svolgimento del rituale in altri periodi. Per il culto romano invece, maggio era considerato un mese infausto e normalmente i matrimoni si celebravano nel periodo primaverile-estivo, dopo il 15 Giugno.
Una cerimonia di divorzio corrispondente è chiamata handparting, sebbene questa sia un’innovazione moderna.

Per entrare nel Tiaso o solo per conoscersi un pò di più

La scuola iniziatica femminile "la triplice Dea" nasce dall’esplorazione del mondo del femminile lunare proposto a tutte le donne, dall'associazione culturale "il Tiaso di Ebe". La metodologia di trasmissione delle conoscenze prevede di coinvolgere i diversi piani della nostra esistenza: il piano corporeo,il piano emotivo,il piano mentale e il piano spirituale attraverso il rito, la meditazione e lo sviluppo delle facoltà percettive proprie dello spirito.
Il percorso è riservato esclusivamente alle donne e ha l'obiettivo di accrescere e valorizzare la consapevolezza delle qualità più alte e profonde del mondo femminile.
Dopo un'approfondimento sulle antiche Dee Madri Iside, Cibele, Mami, archetipi della potenza generatrice. Le Dee notturne Nut, Ecate, Stige, archetipi della saggezza. Le Dee vergini Artemide, Persefone, Estia, archetipi della psiche indipendente. Le Dee guerriere Durga, Kali, Atena, archetipi della forza invincibile.. Le Dee dell’arte e della bellezza Afrodite, Inanna, Saraswati, archetipi della creatività sublime, si entra nel vivo di questo progetto di formazione base per chiunque sia interessata ad iniziare un percorso verso la conoscenza della sua divinità interiore, tra l'antica religione, ciò che definiamo Wicca, lo sciamanesimo e la tradizione dodecateista. I 13 incontri segnalati nell'evento avranno cadenza di 1 volta al mese (conteggio lunare). L'ultimo incontro che avverrà quindi dopo un anno solare e almeno 1 giorno, sarà occasione per svolgere i riti d'ingresso alla congrega creatasi.

Ecco il programma in 13 incontri:

I incontro
-cos'è la magia e le sue regole
-la wicca il rede e la legge del tre
-il sabba e il sabba lunare
-la meditazione, il radicamento, la visualizzazione. 

II incontro
-strumenti rituali (ognuno preparerà i propri)
-Grimorio
-Fasi lunari
-Ore planetarie

III incontro
-i quattro elementi
-gli spiriti elementali

IV incontro
-Le piante magiche
- introduzione alla magia delle candele e preparazione.

V incontro
-Introduzione al concetto d'invocazione
-Forme pensiero ed eggregore

VI incontro
-talismani e pentacoli

VII incontro
-introduzione alle tecniche di divinazione:
-Le rune

VIII incontro
-cristalli e metalli
-tecniche di cristallomanzia

IX incontro
- numerologia
- I tarocchi

X incontro
- la medianità e la profezia

XI incontro
-Il concetto di rituale
-Come consacrare gli oggetti rituali
-Come creare il proprio rituale

XII incontro
-rituali di magia bianca e verde di guarigione

XIII incontro
-scelta del nome iniziatico
-definizione delle qualità di un'iniziata
-Rito d'iniziazione.

Il numero di iscritte agli incontri non può superare il numero di 13. Non c'è obbligo di seguire tutti gli incontri e nemmeno di essere consacrati ad un'ideologia di pensiero che è pur sempre un culto e non un gioco. L'idea è dare uno strumento di crescita alle donne. Chi desidera invece iniziare un percorso che possa portarla all'entrata del Tiaso, deve frequentare gli incontri per il tempo di un anno e un giorno stabilito dal gruppo.
Chi è interessata contatti l'associazione all'indirizzo mail:

elisapanzani@yahoo.it

Attrezzi rituali: il grimorio





Il Liber Spirituum Libro delle ombre, Grimorio o BOS



il termine libro delle ombre (Book of Shadows in inglese) viene introdotto da Gardner (fondatore della Wicca) ed e' quindi un termine tutto sommato "recente", e da alcuni considerato "d'importazione". 

Nella Stregoneria Italiana il termine utilizzato e' solitamente Grimorio.


Per chi segue la Vecchia Religione, c'e' anche una piccola polemica in merito all'appartenenza alla tradizione di un libro scritto (che si chiamasse grimorio o libro delle ombre o cos'altro) della strega. Questo perche' nei tempi bui, nel medioevo, a parte l'alta percentuale di analfabetismo, sarebbe stato rischioso lasciare tracce scritte di qualcosa che poteva portare al rogo.
Il Grimorio non e' necessariamente un libro di incantesimi, E' piu' un diario dove si annotano  pensieri,  progressi, emozioni e poi ovviamente tutto ciò che apprende studiando l'Arte, i rituali, le preghiere ed infine gli incantesimi.


Quindi un consiglio che posso dare ai neofili è di annotarci scrupolosamente ogni cosa, e pagina dopo pagina vi renderete conto (se davvero dentro di voi c'e' la volontà di apprendere) che lo avrete arricchito dell'elemento piu' importante, voi stessi.




Altre note sul Grimorio:

  •  Solo la Strega proprietaria ci puo' scrivere, questa deve custodirlo in un panno di stoffa e possibilmente sotto chiave.
  •  La Strega prima di morire puo' donare il suo Grimorio ad un apprendista o parente ( Questo e' considerato un enorme onore da parte di che lo riceve), in alternativa deve distruggerlo con un rituale di fuoco.
Non esiste un libro delle ombre (e nemmeno un grimorio) "universale", un libro sacro, da cui tutti traggono conoscenza. Non esiste perchè l'esperienza della strega e' unica, e unico sara' il suo modo di riportarla per iscritto... fino alla sua morte, quando sara' lei a decidere se passare il suo libro a qualcuno, oppure distruggerlo.
Per le congreghe e' lievemente differente, nel senso che ogni congrega puo' (non obbligatoriamente) avere un proprio testo di gruppo, accessibile solo ai suoi membri, che contiene la propria tradizione e l'esperienza comune. Valevole comunque solo per quella congrega. Noi del Tiaso di Ebe, abbiamo deciso che ogni membro si costruirà da sè il suo Grimorio, senza averne uno di gruppo, in quanto siamo un gruppo pagano che abbraccia molte tradizioni diverse. Non siamo tutti Wicca, o tutti seguaci dell'antica religione. Alcuni, come me, arrivano dalla corrente dodecateista. La  nostra idea è l'unione del pensiero pagano, non la frammentazione. Sarà possibile riportare, ognuno nel suo libro, la procedura dei rituali che faremo in gruppo, questo si, ma non costruiremo un Grimorio del tiaso, per non condizionare la libera scelta di azione dei nostri membri.

Riflessioni di una Sacerdotessa





Non si può dire in quale momento preciso una persona possa cominciare il cammino che la porterà ad essere una Sacerdotessa pagana, poiché per ognuno questo momento è diverso. Ad un certo punto della vita d’ogni donna la Dea chiama: può essere una voglia incomprensibile di fuggire, il desiderio di trovarsi sole in un bosco, una fiaba raccontata da una donna anziana, una musica che ricorda qualche cosa di molto lontano, un modo particolare di bussare la porta, un fiore straniero che nasce spontaneamente nel nostro giardino, la nostalgia di un sogno, una poesia, la visione di un paesaggio lussureggiante e selvaggio. Esistono momenti particolari della vita in cui è più facile sentire la chiamata della Dea: quando ci si sente aride, depresse, affaticate, impaurite, impotenti, sterili, vuote. Abbiamo l'impulso di fuggire ma non sappiamo dove andare. Quello è il momento in cui la Dea ci contatta per offrirci un modo diverso di vedere la vita, una vita che valga la pena di essere vissuta fino in fondo, con tutte le sue gioie e i suoi dolori. Il modo migliore per predisporsi alla chiamata della Dea è imparare a stare bene in solitudine con se stesse. E' importante comprendere che questo cammino spirituale non è un gioco, ma qualcosa che può influenzare la vita di tutte noi e liberarci dalla paura di prendere la vita nelle nostre mani, dalla paura di cadere vittime di chi vuole toglierci la nostra energia per comandarci e dominarci. A volte ci sembra che la realtà della nostra vita sia insopportabile, vorremmo fuggire da un lavoro che ci soffoca, da un marito che non ci comprende, da figli che ci tiranneggiano, da genitori che non ci capiscono, da amicizie futili, ma non sappiamo come fare. In quel preciso momento dobbiamo avere la gran fiducia che arriverà la chiamata della Dea, arriverà come un grido che preme nel profondo, arriverà come una carica aggressiva, che cercherà di scaricarsi sul quotidiano con la forza di un tornado. Una delle prime cose da fare è prendere molto sul serio questo nostro desiderio di fuga, imparare a dominare il senso di colpa quando facciamo qualcosa che non è utile immediatamente ad altri, solo perché ci piace. Non dobbiamo pensare, mentre guardiamo un cielo pieno di nuvole che si rincorrono, che stiamo perdendo tempo: stiamo nutrendo la nostra anima e preparandoci all'incontro con la Dea.Essere pagane non è facile. Il Paganesimo richiede moltissima disciplina e sforzo personale prima che una donna diventi competente di quest' arte.
Diversamente da molte altre religioni il Paganesimo ha poche regole basilari di comportamento, per determinare se una certa azione sia etica o non, un pagano deve valutare tutte le conseguenze possibili dell' azione o della mancanza d' azione ed accertarsi che non nuocia nessuno.

I pagani generalmente sono molto vicini all'ambiente e ai cicli della natura. Quando hanno abbracciato il Paganesimo, molti hanno segnalato un' intensa comodità, la taglia perfetta, qualcosa che stavano cercando da tutta la vita. I membri delle congreghe diventano spesso emozionalmente e spiritualmente affini, come una vera famiglia.
Il Paganesimo è più di una religione, è un modo di vivere che pervade tutte le funzioni del vostro essere.